Parrocchia di Galliate

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Il santuario del Varallino

La chiesa campestre di San Pietro in Vulpiate, più conosciuta come Santuario del Varallino (poiché richiama in scala ridotta il Sacro Monte di Varallo Sesia), deve la sua origine a una modesta cappella, sorta in età medioevale poco lontano dall’abitato, verso la vallata del Ticino.

Divenuto nel corso del XVI secolo centro di viva devozione mariana per la presenza di un affresco della «Beata Vergine con il Bambino» ritenuto miracoloso, l’edificio fu ricostruito nelle forme attuali tra fine Cinquecento e metà Settecento, anche se la maestosa facciata, in stile eclettico e provvista di un ampio pronao, fu portata a termine solo nel 1894, su progetto del galliatese Ercole Marietti (su di essa sono poste le statue, di cotto, di san Giovanni Battista, sant’Antonio Abate, san Pietro, san Paolo, del Sacro Cuore e della Beata Vergine). Sul lato destro dell’edificio, si trova il minuscolo campanile, edificato nel 1870, seguito dai locali del vecchio romito; sopra l’ingresso, un affresco raffigurante la «Fuga di san Pietro», del Pinoli (1828).

L’interno, a pianta centrale, è dominato dalla grande volta ellitica (1675); i finti marmi di lesene e pareti sono opera dello stuccatore Jachetti da Riva Valsesia (1850 circa). Lungo il perimetro della navata, si aprono dieci cappelle laterali (edificate a fine Cinquecento), interamente affrescate e popolate da una sessantina di statue a grandezza naturale. In esse e nell’ampio presbiterio (1760 circa), coronato da doppia cupola e con al centro un elegante altare di marmi policromi (1778), sono rappresentati, ordinati secondo il modello di un singolare sacro monte di pianura, i Misteri del Rosario: sul lato destro quelli della Gioia, sul lato sinistro quelli del Dolore, nel presbiterio quelli della Gloria; nelle due attigue sacrestie, anch’esse ricoperte di pregevoli affreschi, solo individuabili i Misteri della Luce.

  

I tanti artisti chiamati a lavorarvi, nel corso dei secoli hanno allestito con statue e dipinti un evangelo iconografico che per immediatezza di linguaggio, per potenza di espressione, per bellezza di forme e colori, non ha eguali in zona:

  • 1.a cappella – «Annunciazione dell’Angelo a Maria»: statue di Giuseppe Argenti (1841), affreschi di Lorenzo Peretti da Buttogno (1842);
  • 2.a cappella – «Visita di Maria a Elisabetta»: statue di Giuseppe Argenti (1841), affreschi di Giuseppe Rainieri (1842);
  • 3.a cappella – «Natività»: statue di Grazioso Rusca (1795-1796), affreschi di Francesco Antonio Biondi e di Antonio Pelosi (1795-1796);
  • 4.a cappella – «Presentazione al tempio»: statue di Magno Cogliati da Canegrate (1798), affreschi di anonimo (inizi XIX secolo);
  • 5.a cappella – «Disputa con i dottori»: statue di Giuseppe Argenti (1838), affreschi di Giovanni Zanola da Varallo (1838);
  • 6.a cappella – «Orazione nell’orto degli Ulivi»: statue di Dionigi Bussola (1669 circa), affreschi di Lorenzo Peracino (1748 circa);
  • 7.a cappella – «Flagellazione»: statue di Dionigi Bussola (1669 circa), affreschi di Lorenzo Peracino (1748 circa);
  • 8.a cappella – «Incoronazione di spine»: statue di Dionigi Bussola (1669 circa), affreschi di Lorenzo Peracino (1748 circa);
  • 9.a cappella – «Salita al Calvario»: statue di Dionigi Bussola (1669 circa) e del Crivelli (1899), affreschi di Lorenzo Peracino (1748 circa);
  • 10.a cappella – «Crocifissione»: statue di Lorenzo Peracino (1748 circa) e di Giuseppe Argenti (1842), affreschi di Lorenzo Peracino (1748 circa);
  • parete laterale destra del presbiterio – «Resurrezione»: affresco di Lorenzo Peracino (1769 circa);
  • parete laterale sinistra del presbiterio – «Ascensione»: affresco di Lorenzo Peracino (1769 circa);
  • coro e cupola minore – «Discesa dello Spirito Santo»: affreschi di Lorenzo Peracino (1769), con al centro il dipinto della «Madonna della pera» o della «Beata Vergine con il Bambino» (XV secolo);
  • arco trionfale del presbiterio – «Assunzione di Maria in Cielo»: gruppo statuario di Giovanni Battista Dominioni (1693);
  • doppia cupola centrale – «Incoronazione della Beata Vergine» o «Paradiso»: affreschi di Lorenzo Peracino (1765-1769);
  • sacrestia di destra – «Predicazione di Giovanni Battista», «Battesimo di Gesù», «Tentazioni nel deserto», «Discorso della montagna», «Nozze di Cana»: affreschi di Lorenzo Peracino (1780);
  • sacrestia di sinistra – «Resurrezione di Lazzaro», «Ingresso di Gesù a Gerusalemme», «Ultima Cena», «Lavanda dei piedi»: affreschi di Lorenzo Peracino (1781).

Roberto Cardano

Ultimo aggiornamento: 06 Ott 2023