L’oratorio dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine fu eretto per volontà dell’omonima confraternita tra il 1590 e il 1593; venne poi sopraelevato e dotato di cupola nel 1767.
La facciata, un po’ stretta dalla fiancata della parrocchiale, è provvista di un portichetto con quattro colonne di granito, che protegge due affreschi ottocenteschi: quello di sinistra, ritrae l’Immacolata venerata da quattro santi martiri (Geminiano, Eugenio, Benigno e Costanza); quello di destra, forse votivo, ricorda un fatto di cronaca del 1836, il naufragio di un battello sul Ticino.
L’interno, a navata unica, dotato di un coro ligneo settecentesco, fu decorato nel 1901 da Achille Vagliani. In esso sono conservate opere di un certo pregio: gli affreschi della tazza centrale (1770), eseguiti da Lorenzo Peracino, con una dinamica rappresentazione del racconto biblico contenuto nel dodicesimo capitolo dell’Apocalisse, in cui si narra la visione della Vergine insidiata dal drago (sui pennacchi: san Giovanni Evangelista, Isaia, Salomone, Mosè); il maestoso altare settecentesco di marmi policromi, di Mariano e Antonio Buzzi di Viggiù, poi completato dal tempietto con l’effigie lignea dell’Immacolata (1771), affiancata dalle statue del re David e del profeta Isaia; la tela della locale «Società dei Tessitori di Galliate», raffigurante la «Vergine e il Bambino venerati dai santi Severo vescovo e Onofrio anacoreta», opera del novarese Andrea Miglio (1843); un organo di metà Ottocento dei fratelli Carrera; l’antico stendardo processionale della confraternita (1815).
Roberto Cardano