Parrocchia di Galliate

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Fra le righe – 4° puntata

25 Nov 2025 | Scritto da Micaela Liggeri

Racconti sparsi di un frate galliatese

Fra Paolo Pomella ci scrive nuovamente dal convento di Busto Arsizio, dove sta vivendo i primi mesi della sua nuova esperienza comunitaria. Nelle sue parole emerge la ricchezza dell’accoglienza ricevuta dalla fraternità e dalla vita parrocchiale che ruota attorno al convento.

Per Paolo è stato anche un po’ come tornare a casa: il lavoro in oratorio con adolescenti e giovani sulla figura di san Francesco, il cammino del catechismo e il gruppo chierichetti restituiscono un clima familiare e vivo.

Nel pieno dell’Avvento ambrosiano, la sua riflessione si concentra sulla Lettera ai Romani, che invita a comprendere come la teologia si traduca in vita concreta. L’incarnazione, ricorda Paolo, non è solo il mistero del Natale, ma un percorso che attraversa tutta l’esistenza di Gesù e che diventa anche per noi un cammino di maturazione, relazione e carità.

Una lettera che accompagna e aiuta a vivere questo tempo con profondità e speranza.

Buona lettura!

Busto Arsizio, 24/11/2025

A don Massimiliano e alla Parrocchia di Galliate,

in questi primi due mesi nel convento di Busto Arsizio ho potuto sperimentare la ricchezza del cambiamento. Ho trovato ad accogliermi una bella fraternità — siamo in sette — insieme a un gruppo vivo di volontari, parrocchiani e fedeli che gravitano attorno alle attività del convento e della parrocchia.

Viste le mie origini, tornare in parrocchia è stato un po’ come tornare a casa.Con l’oratorio ho iniziato da poco il percorso con il gruppo adolescenti e il gruppo giovani sulla figura di Francesco. Durante l’anno dovremmo ripercorrere la vita del santo per recuperare l’eredità lasciata dalla sua conversione e dalla sua intuizione evangelica. Inoltre anche la ripresa del catechismo e il gruppo chierichetti tengono vivo l’oratorio.

Essendo in diocesi di Milano, siamo già nella seconda settimana d’Avvento. Quest’anno ci accompagna la Lettera ai Romani di san Paolo, un testo denso che raccoglie gran parte del suo pensiero teologico. Se nei primi undici capitoli Paolo sviluppa la sua riflessione teologica, dal capitolo dodici in poi si apre la sezione esortativa. Non è una parte secondaria: è qui che la teologia paolina mostra la sua ricaduta etica. Una teologia senza etica rimane vuota; un’etica senza esperienza di Dio resta incompiuta. L’etica cristiana, infatti, è prima di tutto un cammino di incarnazione.

La vita di Gesù ci mostra che l’incarnazione non si esaurisce nel Natale: attraversa tutta la sua esistenza, in cui impara a diventare Figlio di Dio alla maniera umana. Potremmo dire che colui che da sempre è Figlio deve diventarlo umanamente, maturando la consapevolezza di sé nella relazione concreta con le persone e con il contesto sociale, culturale e religioso, radicandosi sempre nella certezza di essere amato dal Padre.

Anche il cammino etico proposto da Paolo è un cammino di incarnazione: mettendo la carità alla base di ogni relazione — dentro e fuori la comunità cristiana — siamo chiamati a diventare ciò che già siamo.

Buon avvento,

Paolo Pomella